Le due serie di volumi che in quest’articolo si presentano possono essere utilissime agl’insegnanti che vogliano trovar materiale per preparare lezioni in latino su autori della letteratura latina.
Si tratta prima di tutto della collezione in 143 volumi realizzata in usum serenissimi delphini da un manipolo di studiosi, perlopiù gesuiti, sotto la direzione di Pietro Daniele Huet (Petrus Daniel Huetius, Pierre-Daniel Huet, 1630-1721), per l’educazione letteraria del delfino di Francia, il figlio del re Luigi XIV. È perlopiù ingenerosa la fama che questi testi hanno ancora persino tra persone d’alta cultura: d’essere cioè «epurati», «addomesticati», «falsati». Alcuni dei commenti, come quello del Ruèo (Carolus Ruaeus, Charles De La Rue) a Virgilio, o quello del Desprez (Ludovicus Desprez, Louis Desprez) a Orazio sono decisamente assi pregevoli e ricchissimi. Oltre al commento puntuale che illustra le opere d’ogni autore, tutti i poeti, e i prosatori più difficili (come Tacito e Apuleio) son corredati d’una parafrasi in facile prosa latina. Alcuni passi considerati più scabrosi presentano, in tale parafrasi, degli asterischi o dei puntini sospensivi, ma in genere non sono espunti nel testo. Il Valpy (Abraham John Valpy, 1787-1854) migliorò la collezione ripubblicandola in 141 volumi a partire dal 1818 sotto l’ègida del Principe Reggente d’Inghilterra (perciò l’edizione Valpy viene anche detta Regent’s edition), affidandone la curatela a George Dyer, che aggiornò i testi in più punti, e aggiunse un apparato critico (variae lectiones) e note filologiche, oltre alla Litteraria Notitia delle edizioni Bipontinae. Di ogni autore della serie sono illustrate in ottimo latino la vita e le opere, con la frequente aggiunta di giudizi critici e di testimonianze antiche. Utilissimi sono anche gl’indici.
In secondo luogo presentiamo qui i 142 volumi della collezione della Bibliotheca classica Latina sive collectio auctorum classicorum Latinorum curata da Nicola Eligio Lemaire (Nicolaus Eligius Lemaire, Nicolas Éloi Lemaire, 1767-1832), uno dei più brillanti conoscitori della lingua e della letteratura latina nella Francia a cavallo tra il Settecento e l’Ottocento. Nel 1810 Murat lo voleva a Napoli per sovrintendere alla riforma degli studi; ma Napoleone non permise che la Francia perdesse un così illustre rappresentante della sua cultura, e gli aumentò notevolmente lo stipendio annuale perché continuasse a ornare la patria con la sua presenza e il suo insegnamento. Luigi XVIII gli affidò l’arduo cómpito di lavorare alla creazione d’una grande e completa collezione di classici latini. L’impresa fu immensa, ma ottenne uno straordinario successo, e i volumi della collezione furono diffusi ben oltre i confini della Francia, e furono utilizzati in tutt’i Paesi d’Europa, giungendo persino in Russia e in America. Il Manzoni possedeva una copia dell’intera serie nella sua biblioteca, e ne faceva abbondante uso. I testi dei singoli autori, con copiose prefazioni in latino su vita, opere, pensiero, critica, sono accompagnati da note tratte dai migliori commentari latini umanistici e di studiosi contemporanei del Lemaire. Il figlio del fratello del Lemaire, Pierre-Auguste, pubblicò, in un Complementum, anche il De rerum natura di Lucrezio, che era stato assurdamente escluso dalla serie originaria per volere del re di Francia, e contro il parere dello stesso N.-É. Lemaire.
Riportiamo, inoltre, alcune edizioni monolingui di singole opere —scaricabili se risalenti ai secoli scorsi; come sola indicazione bibliografica se più recenti e ancora in commercio— preparate a uso delle scuole.
Dares Phrygius
Josephus Iscanus
Verrius Flaccus, Marcus
Collegamenti:
The Latin Library: Caroli Ruaei Argumentum Aeneidos cum XII librorum argumentis.
John P. Piazza,
Ad usum delphini editions of Latin authors
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