Per l’insegnante che utilizza il metodo induttivo, può essere utile possedere e leggere una serie di colloquia scholastica, che l’aiuteranno a migliorare la propria pratica attiva della lingua latina. I migliori opuscoli di questo genere sono, naturalmente, quelli degli umanisti: in particolare i
Colloquia
d’Erasmo, per la loro vivacità, freschezza, purezza linguistica; quelli del Corderio sono semplici scenette di vita scolastica utili per locuzioni e fraseologia (sono stati ripresi ad litteram dallo Schwieder, che vi ha aggiunto un’utile rubrica fraseologica); quelli del Vives presentano un eccessivo numero di parole rare e longe petitae; quelli del Pontano sono assai eleganti nella lingua e ci danno un’idea degli esercizi che i gesuiti facevano fare ai loro allievi. Gli altri sono di livello inferiore, e talora saccheggiano i grandi, senza confessarlo (si vedano, per esempio, i
Dialogi
di Antonio van Torre).
Oltre ai Colloquia o ai Latinucci, come quelli del Poliziano1, gli umanisti erano soliti comporre intere operette introduttive ai singoli autori. Per esempio, i
Colloquia Plautina
del Rosseo; esplicito scopo d’introdurre a Orazio o a Plauto manifestano, per citare un altro esempio, i
Dialogi
d’Adriano Barlando.
Altri si son provati, in epoca moderna, a proporre dialoghetti, spunti di conversazione, colloqui in latino; negli anni ’30 del secolo appena trascorso anche l’Italia fu inondata da questi volumetti, in coincidenza con una disposizione ministeriale che prevedeva l’uso di conversazioni latine a scuola2. Ma questi libriccini, benché stimolino la curiosità d’ogni amante della lingua latina, non sono i più adatti per noi, perché troppo spesso i loro autori son preoccupati di proporre neologismi e uso moderno della parlata antica: e questo non è il cómpito della scuola. Fanno eccezione i dialoghi e le scenette composte da Guido Pasquetti, troppo duramente criticati, all’epoca, dal Gandiglio3.
Molti dei Colloquia umanistici possono esser letti in rete grazie al progetto
Colloquia scholastica
del consorzio Stoa.
Naturalmente i Colloquia erano libri scolastici, e, specialmente in epoche che non conoscevano diritti d’autore, le edizioni furono spesso innumerevoli: questo vale soprattutto per le opere di maggiore divulgazione, come quelle d’Erasmo, del Vives o del Corderio. Qui ne segnaliamo alcune solo exempli causa, per mostrare la vitalità e la longevità di queste operette4.
Latino
- Balboni, G. – Neri, E.:
Colloquia Latino sermone conscripta, ad usum scholarum secundi ordinis
, Ticci, Siena 1937.
- Baarland, A. van (Barlandus):
Dialogi XLII, per Hadrianum Barlandum, ad profligandam e scholis barbariem utilissimi: ad priorem editionem accesserunt tredecim dialogi. Ejusdem dialogi duo, post tredecim illos iam recens excusi. Item Augustini Reymarii Mechliniensis dialogus unus de ludo chartarum, Barlandi opusculum de insignibus oppidis inferioris Germaniae
, Antuerpiae, apud Michaelem Hillenium, MDXXVIII.
- Brown, R. T.: Modern Latin conversation, D. C. Heath and Company, Boston 1943.
- Campanini, G.: Latinae collocutiones. Ex aureis Latinitatis fontibus derivatae et tironibus propositae – Conversazioni latine. Ad uso delle scuole medie, Paravia, Torino 1937.
- Capellanus, G. (pseudonimo di E. Johnson): Sprechen Sie Lateinisch? Moderne Konversation in lateinischer Sprache, A. Koch, Leipzig 18901 (19258). [Pubblicato innumerevoli volte in moltissime lingue: edizione italiana, fornita di copioso apparato di note e indicazione delle fonti:
Parlare latino oggi: conversazione moderna nella lingua di Roma
, a cura d’Enrico Renna e Claudio Ferone, Fratelli Ariello editori, Napoli 2000 (sebbene non risulti reperibile nelle librerie in rete, è ancora in commercio e può essere ottenuta rivolgendosi alla Poligrafica fratelli Ariello; l’anteprima è per gentile concessione d’Enrico Renna); edizione inglese (in commercio): Latin can be fun. Facetiae Latinae, translated by Peter Needham, Souvenir Press, London 19972].
- Castellion (/Châteillon), S. (Castalio):
Dialogorum sacrorum, ad linguam simul et mores puerorum formandos libri quattuor
, Lugduni, apud Theobaldum Paganum, 1549. [I Colloquia del Castellione, singolarmente immaginati come dialoghi tra personaggi biblici —a partire da Adamo ed Eva— ebbero varie edizioni. Qui l’edizione elettronica Stoa (limitata al primo libro)].
- Comenius, J. A.: si veda Komenský, J. A.
- Cordier, M. (Corderius):
Maturini Corderii colloquia scholastica, commodiori nunc ordine quinque libris composita et quibusdam aliis ad commodiorem juventutis institutionem pertinentibus
, Neocomi, apud C.-H. Wolfrath, MDCCCXIX. [I Colloquia del Corderio ebbero infinite edizioni, fino all’Ottocento (107 dal 1564 al 1821!); un’altra edizione elettronica (limitata ai libri primo e quinto), oltre quella del consorzio Stoa (priva del quinto libro), si trova su questa pagina del
Grex Latine Loquentium
; un’altra ancora (limitata al secondo libro), nella revisione annotata d’Arcadio Avellano (pseudonimo di Árkád Mogyoróssy), si può leggere qui, grazie all’Università di Saint Louis].
- Curotto, E.:
Colloquii e motti latini con versione italiana, ad uso delle scuole medie
, Società editrice internazionale, Torino 19382.
- Duncan, M. (Duncanus):
Praetextatae Latine loquendi rationis per colloquiorum formulas, studiosis pueris non modo bene loquendi, sed etiam recte vivendi modum praescribentis, pars prima, denuo recognita et locupletata
[...], Antuerpiae, apud Ioannem Latium, 1552. [I Colloquia del Duncano si segnalano, come le prime Formulae erasmiane, per la copia verborum, le mille maniere di variare la stessa frase: esercizio assai utile per chi voglia imparare davvero il latino. Qui l’edizione elettronica (parziale) Stoa].
- Erasmus Roterodamus, D.:
Colloquia familiaria et Encomium Moriae, ad optimarum editionum fidem diligenter emendata et succinta
, Lipsiae 1828. [Dei Colloquia d’Erasmo, che furono, com’è stato scritto, un «libro d’una vita»5, continuamente ampliato (edito 77 volte solo dal 1518 al 1533!), si trovano, in Google libri e nel resto della rete, molte edizioni, oltre a questa, che è una delle più recenti; per le edizioni elettroniche, si segnalano, oltre a quella del consorzio Stoa, quella (parziale) del Grex Latine loquentium e quella (anch’essa parziale) della
Bibliotheca Augustana
. Einaudi li ha ripubblicati nel 2002 a cura d’Adriano Prosperi e Cecilia Asso: la traduzione è spesso incerta e non sempre attendibile, ma il testo latino a fronte e le note son senza dubbio utili; si veda la recensione su Docere № 6].
- Fischer-Lamberg, H.: Der Junge Goethe (neu bearbeitete Ausgabe in fünf Bänden), Herausgegeben von Hanna Fischer-Lamberg, Band I, Walter de Gruyter & Co., Berlin 1963, pagine 8 e seguenti [nota 6].
- Fabbri, P.: Conversazione e composizione latina
- Fornari, J.: Communia vitae: phrases et formulae ad Latina colloquia instituenda, Typis Polyglottis Vaticanis, Roma 1920.
- Freyer, H.:
Hieronymi Freyeri […] Colloquia Terentiana cum Plauto excerpto et fabulis Phaedri utilioribus
. Editio II. Halae Magdeburgicae, sumptibus Orphanotrophei anno MDCCXXVII.
- Heyden, S.: Formulae puerilium colloquiorum pro primis tironibus […], Wolferbiti, in officina typographica Conradi Cornei, anno MDLXV. [Per scaricare, premere sull’icòna del libro sormontato da una freccia all’ingiù. Qui l’edizione elettronica del
Grex Latine loquentium
; un’edizione tedesca del 1990, dal titolo Formulae Latine loquendi pueriles, è stata fino a non molto tempo fa disponibile per i tipi della Klett].
- Komenský, J. A. (Comenius): Schola Ludus seu Encyclopaedia viva, h.e. Januae Linguarum praxis comica, res omnes nomenclatura vestitas, et vestiendas, sensibus ad vivum repraesentandi artificium exhibens amoenum, Londini 1664. [Si tratta in realtà di operette teatrali (praxis scaenica) scritte per la scuola, ma che possono esser considerate come dei colloquia, perché intesi come esercizio dialogico della
Janua linguarum reserata
dello stesso Comenio].
- Lange, J.:
Tirocinii pars dialogica, continens centuriam colloquiorum
, edizione a cura di A. Fritsch in Vox Latina, 91–92 (1988), pagine 75-89 e 211-227. [I numeri arretrati di Vox Latina possono essere richiesti mediante l’indirizzo di posta elettronica indicato sul suo sito. Qui un’edizione del 1787: i dialoghi si trovano alla fine].
- Levi, E. – Bini, A.:
Il latino come lingua viva
, Vallecchi, Firenze 1937, pagine 260–320.
- Meregazzi, G.:
Colloquia diverbia fabellae
, curante Julio Meregazzi, editio quinta, Mediolani, in aedibus Antonii Vallardi bibliopolae, MCMXXXIX.
- Mosellanus, P.: si veda Schade, P.
- Noël, B. J.:
Alterni sermones. Conversazioni italiano-latine
, Federico & Ardia, Napoli 1937.
- Paperini, C.:
Impara a parlare e a scrivere nella lingua latina (scene, quadretti, lettere, dialoghi in latino con spunti grammaticali)
, La nuova scuola, Roma 1938.
- Pasquetti, G.:
Roma antica da vicino: dialoghi, scenette, spunti di conversazione latina
, Sandron, Palermo 1936.
- Pizzi, C.:
Latinissantes (avviamento all’uso della espressione diretta in latino)
, Albrighi, Segati e C., Roma 1938.
- Ross, A. (Rossaeus):
Colloquia Plautina viginti, ex totidem M. Plauti Comoediis excerpta, & annotatiunculis marginalibus illustrata, in quibus omnes Plautinae elegantiae in compendium contractae sunt, & usibus nostris accommodatae. Opusculum scholis, & linguae Latinae studiosis, ad intellegendum Plautum, Lucretium, Persium, Apuleium, aliosque obscuriores Authores utile & iucundum
, Londini MDCXLVI.
- Schade, P. (Mosellanus): Paedologia, a cura di H. Michel, Weidmannsche Buchhandlung, Berlin 1906. [Qui l’edizione elettronica Stoa].
- Schwieder, G.:
Latine loquor
, Herder, Romae 1963.
- Spanmüller, J. (Pontanus): Jacobi Pontani, de Societate Jesu, Progymnasmatum Latinitatis, sive Dialogorum
-
volumen primum, cum annotationibus: De rebus litterariis
. […] Augustae Vindelicorum et Oeniponti, sumptibus Josephi Wolff, bibliopolae, MDCCLVIII. [Qui l’edizione elettronica Stoa di questo solo volume].
-
volumen secundum, cum annotationibus: De morum perfectione
. […] Lugduni, apud Bartholomaeum Vincentium, MDCIII.
-
voluminis tertii pars prior, cum annotationibus: De variis rerum generibus
. […] Augustae Vindelicorum et Oeniponti, sumptibus Josephi Wolff, bibliopolae, 1756.
-
voluminis tertii pars posterior, cum annotationibus: De variis rerum generibus
. […] Francofurti, impensis Joannis Theobaldi Schonwetteri, MDCXXX.
- Tempini, O.:
Manuale di conversazione latina
, Società editrice internazionale, Torino 1936.
- Traupman, J. C.:
Conversational Latin for Oral Proficiency: Phrase Book and Dictionary, Classical and Neo-Latin
, Bolchazy-Carducci, Wauconda IL 2007.
- Van Torre, A.:
Dialogi familiares litterarum tironibus in pietatis, scholae, ludorum exercitationibus utiles et necessarii
, Duaci MDCCXXXXVI.
- Vitali, G.: Colloquia et fabellae, Vallardi, Milano 1932.
- Vives, L.: Exercitatio linguae Latinae, in
Opera omnia, tomus primus
, Valentiae Edetanorum MDCCLXXXII, pagine 280-420. [Questa è solo una delle innumerevoli edizioni antiche e moderne dell’Exercitatio del Vives (97 dall’editio princeps del 1539 al 1849, per non contar quelle successive. Qui l’edizione Stoa].
Greco
- Blackie, J. S.:
Greek and English dialogues, for use in schools and colleges
, Macmillan and Co., London 1971.
- Gretser, J. (Gretserius):
Quattuor dialogi ex Progymnasmatis Jacobi Pontani, Societatis Jesu, Graece redditi
, in Rudimenta linguae Graecae ex Institutionum linguae Graecae libro primo, in
Opera omnia […] tomus XVI
, Ratisbonae, sumptibus Joannis Conradi Peez et Felicis Bader, sociorum, typis Joannis Baptistae Lang, Episcopalis typographi, anno MDCCXLI, pagine 29–34.
- Joannides, E. (pseudonimo di E. Johnson):
Sprechen Sie Attisch? Moderne Konversation in altgriechischer Umgangssprache nach den besten attischen Autoren
, A. Koch, Leipzig 18891 (19224). [Parzialmente trascritto e tradotto in inglese qui. Edizione italiana, con copioso apparato di note e indicazione delle fonti:
Parlare greco oggi: conversazione moderna in greco antico
, a cura d’Enrico Renna e Claudio Ferone, Fratelli Ariello editori, Napoli 1998 (sebbene non risulti reperibile nelle librerie in rete, quest’edizione è ancora in commercio e può essere ottenuta rivolgendosi alla Poligrafica fratelli Ariello; l’anteprima è per gentile concessione d’Enrico Renna)].
- Possel, J. (Posselius):
Οἰκείων διαλόγων βιβλίον seu familiarium colloquiorum libellus Graece et Latine
, J. Macock, Londinii 1671. [In rete grazie a Diane Johnson della Western Washington University].
- Shirley, J. (Shirleius): Εἰσαγωγή sive Introductorium Anglo-Latino-Graecum, complectens colloquia familiaria, Aesopi fabulas et Luciani selectiores Mortuorum dialogos in usum scholarum, Londini 1656.
Note
1. «Non so se voi conoscete i latinucci del Poliziano. Il Poliziano, per il suo scolaretto Piero de’ Medici a cui era stato assegnato come maestro di latino, faceva i cosiddetti latinucci. Erano notizie sui fatti del giorno: è arrivato l’ambasciatore del Gran Turco; il re di Francia ha mandato a dire al re di Spagna questo e questo. Si capisce, si trattava dell’educazione d’un principe. Ma c’erano anche cose di questo genere: ‹Io so che tu hai passione per il tuo pony, per il tuo ginnetto, ma bada che ti fa male; l’altro giorno sono andato al mercato di Poggibonsi e ho visto un cavalluccio che era una meraviglia (e glielo descrive apposta per fargli venire l’acquolina in bocca), però m’ha detto tuo padre che non ti vuol dare i soldi per comprarlo, perché teme che tu cada›. Insomma cose di questo genere, che il Poliziano preparava a tempo: dopo, il ragazzino doveva naturalmente leggerle, tradurle, ecc. Vedete che il Poliziano, che di latino e greco ne sapeva qualcosa, non adoperava le regole grammaticali; non c’è il minimo accenno in questi latinucci a una regola grammaticale; qualche volta ne avrà parlato; se il ragazzo avrà detto, per esempio, iteris invece di itineris, gli avrà dato uno scappellotto dicendo ‹no, itineris!›» (G. B. Pighi, Grammatica e lingua, in «Ricerche didattiche (Rivista del Movimento circoli della didattica)», anno III, № 4-5, luglio-ottobre 1953, pagina 106). I Latini dettati dal Poliziano a Piero de’ Medici nel 1481 possono esser letti in:
Prose volgari inedite e poesie latine e greche edite e inedite di Angelo Ambrogini Poliziano
, raccolte e illustrate da Isidoro Del Lungo, G. Barbèra, Firenze 1867, pagine 17–41.
2. Regio decreto del 7 maggio 1936: «Nello studio del latino gli alunni debbono essere educati fin dalle prime classi all’uso diretto della lingua sia come espressione orale sia come espressione scritta. La versione dall’italiano è quindi una delle forme di esercitazione, ma non la sola. Anche dai primi passi, con opportuni spunti di conversazione, con risposte a domande su letture fatte, con piccoli riassunti, con brevi composizioni, gli alunni debbono essere indirizzati per mezzo di esercizi e anche dell’espressione diretta in latino a raggiungere la padronanza della lingua indispensabile alla piena conoscenza dei classici».
3. La polemica tra il Gandiglio e il Pasquetti fu serrata, e non riguardò solo Roma antica da vicino; il primo scrisse un fascicoletto, Roma… al cinematografo, o latino per i metallurgici (Zanichelli, Bologna 1922) e Deverticula flexionesque del prof. G. Pasquetti (Zanichelli, Bologna 1922); il secondo ribatté con Quello che non è… Roma, ossia Dalla grammatica alla suburra – (risposta al prof. Adolfo Gandiglio) (Sandron, Milano 1922).
4. Chi volesse vedere un elenco di tutte le edizioni della maggior parte dei Colloquia fino all’Ottocento, potrebbe consultare: A. Bömer,
Die lateinischen Schülergespräche der Humanisten
[...], P. Schippers, Βerlin 1897-99.
5. Cfr. F. Bierlaire, Erasme et ses colloques: le livre d’une vie, Libraire Droz, Genève 1977.
6. È interessante per vedere come anche il Goethe imparò il latino per mezzo di colloqui e sistemi attivi (anzi, a sentir lui, «senza metodo», ossia in maniera del tutto naturale): cfr. W. Goethe, Dichtung und Wahrheit, parte I, libro I: «Die Grammatik missfiel mir, weil ich sie nur als ein willkürliches Gesetz ansah; die Regeln schienen mir lächerlich, weil sie durch so viele Ausnahmen aufgehoben wurden, die ich alle wieder besonders lernen sollte. Und wäre nicht der gereimte angehende Lateiner gewesen, so hätte es schlimm mit mir ausgesehen; doch diesen trommelte und sang ich mir gern vor.» [La grammatica non mi piaceva, perché la consideravo solo una legge arbitraria, le regole mi sembravano ridicole, perché venivano scalzate da tante eccezioni che mi toccava di studiare a parte. E se non fossero stati i princìpi di latino in rima, avrei fatto una gran brutta figura; ma quelli amavo ricantarmeli spesso da me]. Parte II, libro VI: «So hatte ich denn das Lateinische gelernt wie das Deutsche, das Französische, das Englische, nur aus dem Gebrauch, ohne Regel und ohne Begriff. [...] mir schien alles natürlich zuzugehen, ich behielt die Worte, ihre Bildungen und Umbildungen in Ohr und Sinn, und bediente mich der Sprache mit Leichtigkeit zum Schreiben und Schwätzer». [Così avevo imparato il latino come il tedesco, il francese, l’inglese solo per pratica, senza regole e senza metodo... a me pareva che tutto procedesse naturalmente, ritenevo nell’orecchio e nella mente le parole, la loro formazione e flessione e mi servivo con facilità della lingua per scrivere e per chiacchierare. (Trad. di E. Sola)].